Monza, prezzi delle case giù
I danni collaterali del depuratore
Monza - Un deprezzamento del 15% sul costo delle case. L'ombra lunga (e puzzolente) del depuratore si abbatte sulle case che si trovano a ridosso dell'impianto. Negli ultimi anni il valore degli immobili che si trovano nelle via Marconi, Dei Prati e Doberdò si è svalutato del 10 o addirittura del 15% rispetto al prezzo originario. A confermarlo sono le stesse agenzie immobiliari che da tempo tappezzano le cancellate dei condomini con cartelli di vendesi: venti quelli affissi solo lungo via Marconi.
«Quasi sempre si tratta di case belle, come le villette in via Dei Prati o Doberdò, o di appartamenti ampi, acquistati negli anni Settanta. Difficilmente i proprietari acconsentono a svenderle, anche perché alcuni hanno ancora il mutuo da estinguere. E così sono costretti a rimanere nonostante l'odore, o ad andarsene perdendo però dei soldi. Comunque sono immobili che difficilmente si riesce a vendere», spiega Paola Frustaci, dell'omonimo studio immobiliare in via San Rocco. A interessarsi a queste case sono soprattutto giovani coppie senza troppe possibilità economiche o famiglie di stranieri.
«Difficilmente i monzesi decidono di venire ad abitare qui sapendo del problema del depuratore - aggiungono dalla sede di Tempo Casa -. Chi lo fa è perché ha già altri parenti nel quartiere o per motivi economici. I brianzoli nemmeno prendono in considerazione il quartiere, più interessati sono coloro che lasciano Sesto San Giovanni per trasferirsi a Monza». A rendere San Rocco un quartiere poco desiderabile agli occhi degli acquirenti (nonostante le indubbie potenzialità come la vicinanza al centro città da una parte e alle tangenziali e a Milano dall'altra) non è però solo il depuratore con i suoi miasmi.
«Anche la vicinanza della ferrovia e dell'autostrada, soprattutto nel quartiere di Sant'Alessandro e poi i troppi piloni della corrente a volte eretti persino all'interno delle proprietà per non parlare dell'altissima presenza di attività commerciali straniere hanno contribuito a far abbassare le quotazioni delle case, e a rendere San Rocco e Sant'Alessandro davvero dei quartieri abbandonati», aggiunge Frustaci. Una situazione che fortunatamente non è comune a tutto il quartiere, ma che negli anni ha contribuito ad alimentare la “cattiva fama” della zona.
«I condomini di via Marconi, per esempio, non hanno avuto davvero molta fortuna - spiegano nella sede di Prima Casa - prima hanno dovuto sopportare la presenza della strada che passava a pochi passi dalle case, poi la sopraelevata ha alleggerito un po' il traffico, a quel punto però si è aggiunto il problema evidente delle puzze dal depuratore, che in alcune giornate è davvero insopportabile. Noi abbiamo gli uffici in via San Rocco e in certe giornate è difficile lavorare anche tenendo porte e finestre chiuse».
Sarah Valtolina
«Quasi sempre si tratta di case belle, come le villette in via Dei Prati o Doberdò, o di appartamenti ampi, acquistati negli anni Settanta. Difficilmente i proprietari acconsentono a svenderle, anche perché alcuni hanno ancora il mutuo da estinguere. E così sono costretti a rimanere nonostante l'odore, o ad andarsene perdendo però dei soldi. Comunque sono immobili che difficilmente si riesce a vendere», spiega Paola Frustaci, dell'omonimo studio immobiliare in via San Rocco. A interessarsi a queste case sono soprattutto giovani coppie senza troppe possibilità economiche o famiglie di stranieri.
«Difficilmente i monzesi decidono di venire ad abitare qui sapendo del problema del depuratore - aggiungono dalla sede di Tempo Casa -. Chi lo fa è perché ha già altri parenti nel quartiere o per motivi economici. I brianzoli nemmeno prendono in considerazione il quartiere, più interessati sono coloro che lasciano Sesto San Giovanni per trasferirsi a Monza». A rendere San Rocco un quartiere poco desiderabile agli occhi degli acquirenti (nonostante le indubbie potenzialità come la vicinanza al centro città da una parte e alle tangenziali e a Milano dall'altra) non è però solo il depuratore con i suoi miasmi.
«Anche la vicinanza della ferrovia e dell'autostrada, soprattutto nel quartiere di Sant'Alessandro e poi i troppi piloni della corrente a volte eretti persino all'interno delle proprietà per non parlare dell'altissima presenza di attività commerciali straniere hanno contribuito a far abbassare le quotazioni delle case, e a rendere San Rocco e Sant'Alessandro davvero dei quartieri abbandonati», aggiunge Frustaci. Una situazione che fortunatamente non è comune a tutto il quartiere, ma che negli anni ha contribuito ad alimentare la “cattiva fama” della zona.
«I condomini di via Marconi, per esempio, non hanno avuto davvero molta fortuna - spiegano nella sede di Prima Casa - prima hanno dovuto sopportare la presenza della strada che passava a pochi passi dalle case, poi la sopraelevata ha alleggerito un po' il traffico, a quel punto però si è aggiunto il problema evidente delle puzze dal depuratore, che in alcune giornate è davvero insopportabile. Noi abbiamo gli uffici in via San Rocco e in certe giornate è difficile lavorare anche tenendo porte e finestre chiuse».
Sarah Valtolina
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