venerdì 27 luglio 2012

Siamo l'Italia.

Mio nonno e mia nonna di questi tempi mietevano il grano. 
Ogni giorno. Piegati dal sole e dalla fatica. Piegati da una guerra di cui mi hanno parlato finché hanno potuto. Piegati da una vita dura. In otto dentro una stanza che diventava ogni giorno più stretta. Mietevano il grano per costruire una casa. Non pensavano al futuro, non avevano tempo. Non guardavano indietro. Avevano paura. Sognavano, penso, come tutti, ma stringevano al petto quei sogni con cui si addormentavano, presto, appoggiati ad una sedia, tenendosi compagnia con lo sguardo. 
Mietevano il grano della loro terra, il grano della loro Italia.
Non so se fossero felici.
Ma avevano lo sguardo sereno nelle poche fotografie che li ritraevano giovani. Belli. Fieri.
In quell'Italia i miei nonni non avevano studiato, ma sapevano. Non si dicevano ti amo, ma si amavano.
Mietevano il grano in un Italia che non c'é più. Un' Italia che cresceva. Un 'Italia che lottava. Un Italia semplice e onesta. Un' Italia povera ma ricca di talenti. Il talento di non arrendersi. Il talento di non vergognarsi nel ricominciare. Il talento di cadere e rialzarsi e di saper sorridere. Sempre, comunque. Il talento di chi questa Italia l'ha amata davvero e ce l'ha consegnata come pegno di una storia che ci lega e ci appartiene. Abbiamo ricominciato tante volte. I miei nonni lo hanno fatto. Lo faremo anche noi. Anche stavolta. Siamo l'Italia.

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