Consiglio Comunale in grande stile quello di venerdì 30
novembre.
Matador della serata il socialistissimo assessore ai lavori
pubblici ‘Midio Costanzi.
Si aprono i lavori e l’assessore con piglio da
politico-amministratore consumato ( anzi molto consumato) legge la lunga relazione di presentazione del
piano delle opere pubbliche. Ammutoliti e attoniti i consiglieri pendono dalle
labbra di cotanta sicurezza espositiva. Si apre il dibattito. Ruggiano, a nome
del suo ampio gruppo, formato da lui, da Antonino, dall’avv. Ruggiano e dall’ex
tenete dell’esercito Ruggiano, alza la
mano, interviene e spiega all’Ass. Costanzi Show che per tre quarti delle opere presentate e di cui si
certifica siano partiti i lavori, in
realtà non è stato nemmeno messo il nastro rosso da cantiere. Dramma in aula. Il Sindaco Rossino accusa il colpo e gli si
infiamma la sciatica ( poi per recuperare dirà che già ne soffriva da giorni).
La lucida e lussureggiante
barba rossa del consigliere Gioffrè inizia a presentare segni di imbiancamento.
Costanzi, pallido in
viso, si aggira barcollante fra il tavolo della giunta e la ricerca di una
bombola d’ossigeno. Una maschera il suo volto, a metà fra il Charlie Chaplin del film
“Il grande dittatore” e Giacomo del famoso Trio Aldo Giovanni e Giacomo.
Pipistrelli ride nervosamente come si farebbe a seguito di
un' indigestione da funghi velenosi. Manolo, scappa a fare campagna elettorale
per Renzi. La prossima comparsa in consiglio dell’assessore senza portafogli è
prevista per marzo 2013. Carletti chiede se il 30 novembre è la data prevista
dai Maya per la fine del mondo. L’Orlandoni
furioso fa intuire dal labiale frasi del
tipo “ lo dicevo io…”, posato sul suo scranno , mani sul telefonino per controllare
eventuali uscite facebookkiane dell’opposizione. Giorgi dice la sua. Il testo del suo intervento domani a "Quarto Grado" su Rete quattro.
Votate tre
sospensioni. Quattro ore di riunioni e telefonate. Intasate tutte le linee
delle principali compagnie telefoniche dalle 16.30 alle 20.45. Chiesto un
consulto ad una trentina fra legali, commercialisti, geometri, tecnici,
psicologi e grastrointerologi. Sentita anche la Conferenza Stato-Regioni, il Csm, Cgil-Cisl e Uil.
Ampia la discussione anche
nel gruppo del Psi, con Coletti che per la prima volta non appoggia quello che
il suo capogruppo, il mitico Guazza, appoggia. Guazzaroni propone di giocarsela a morra ma Coletti non abbocca e si rifugia al bagno. Si ripresenterà in aula solo dopo il voto, fischettando, mani in tasca e dicendo di non essersi accorto di nulla.
Secondi, minuti, ore di
travaglio. Il dubbio è amletico. "Lo votamo o non lo votamo?" Il mega Presidente
Francescomariaalvidatodi si incarta come un pacco di Natale in un negozio di
cinesi. Apre il dibattito, poi lo chiude, poi lo vuole riaprire, poi mette in
votazione, poi stoppa, poi abdica , poi sospende, poi riprende e trottolino
amoroso e duduudu daddada…
Si torna a votare. Serafini, il bell’Antonio ( si fa per
dire) non interviene se non interviene il Marcellone tuderte. Gli lancia
occhiate di sfida, lo supplica con lo sguardo, lo invita ammiccando.
Ranchicchio si
prenota e saluta tutti i presenti e non, compresa la Meloni, Samorì, Alfano,
Crosetto, la Santanchè e coloro che eventualmente si vorranno presentare alle primarie.
Sempre che si facciano...
Rossino tranquillizza i suoi. Spiega tecnicamente la pratica
e sintetizza: “ O lo votamo o annamo a casa”.
La maggioranza ingoia il rospo e vota. Temerari o incoscienti?
L'Impiccione