domenica 2 dicembre 2012

TORNA L'IMPICCIONE...


Consiglio Comunale in grande stile quello di venerdì 30 novembre.
Matador  della serata il socialistissimo assessore ai lavori pubblici ‘Midio Costanzi.
Si aprono i lavori e l’assessore con piglio da politico-amministratore consumato ( anzi molto consumato)  legge la lunga relazione di presentazione del piano delle opere pubbliche. Ammutoliti e attoniti i consiglieri pendono dalle labbra di cotanta sicurezza espositiva. Si apre il dibattito. Ruggiano, a nome del suo ampio gruppo, formato da lui, da Antonino, dall’avv. Ruggiano e dall’ex tenete dell’esercito Ruggiano,  alza la mano, interviene e spiega all’Ass. Costanzi Show che per  tre quarti delle opere presentate e di cui si certifica  siano partiti i lavori, in realtà non è stato nemmeno messo il nastro rosso da cantiere. Dramma in aula.  Il Sindaco Rossino accusa il colpo e gli si infiamma la sciatica ( poi per recuperare dirà che già ne soffriva da giorni).
La lucida e lussureggiante barba rossa del consigliere Gioffrè inizia a presentare segni di imbiancamento.
Costanzi, pallido in viso, si aggira barcollante fra il tavolo della giunta e la ricerca di una bombola d’ossigeno. Una maschera il suo volto, a metà fra il Charlie Chaplin del film “Il grande dittatore” e Giacomo del famoso Trio Aldo Giovanni e Giacomo.
Pipistrelli ride nervosamente come si farebbe a seguito  di un' indigestione da funghi velenosi. Manolo, scappa a fare campagna elettorale per Renzi. La prossima comparsa in consiglio dell’assessore senza portafogli è prevista per marzo 2013. Carletti chiede se il 30 novembre è la data prevista dai Maya per la fine del mondo.  L’Orlandoni  furioso fa intuire dal labiale frasi del tipo “ lo dicevo io…”, posato sul suo scranno , mani sul telefonino per controllare eventuali uscite facebookkiane dell’opposizione. Giorgi dice la sua. Il testo del suo intervento domani a "Quarto Grado" su Rete quattro.
Votate  tre sospensioni. Quattro ore di riunioni e telefonate. Intasate tutte le linee delle principali compagnie telefoniche dalle 16.30 alle 20.45. Chiesto un consulto ad una trentina fra legali, commercialisti, geometri, tecnici, psicologi e grastrointerologi. Sentita anche la Conferenza Stato-Regioni, il Csm, Cgil-Cisl e Uil.
Ampia la discussione anche nel gruppo del Psi, con Coletti che per la prima volta non appoggia quello che il suo capogruppo, il mitico Guazza, appoggia. Guazzaroni propone di giocarsela a morra ma Coletti non abbocca e si rifugia al bagno. Si ripresenterà in aula solo dopo il voto, fischettando, mani in tasca e dicendo di non essersi accorto di nulla.
Secondi, minuti, ore di travaglio. Il dubbio è amletico. "Lo votamo o non lo votamo?" Il mega Presidente Francescomariaalvidatodi si incarta come un pacco di Natale in un negozio di cinesi. Apre il dibattito, poi lo chiude, poi lo vuole riaprire, poi mette in votazione, poi stoppa, poi abdica , poi sospende, poi riprende e  trottolino amoroso  e duduudu daddada…
Si torna a votare. Serafini, il bell’Antonio ( si fa per dire) non interviene se non interviene il Marcellone tuderte. Gli lancia occhiate di sfida, lo supplica con lo sguardo, lo invita ammiccando.
Ranchicchio  si prenota e saluta tutti i presenti e non, compresa la Meloni, Samorì, Alfano, Crosetto, la Santanchè e coloro che eventualmente si vorranno presentare alle primarie. Sempre che  si facciano...
Rossino tranquillizza i suoi. Spiega tecnicamente la pratica e sintetizza: “ O lo votamo o annamo a casa”.
La maggioranza ingoia il rospo e vota. Temerari o incoscienti?

                                                         L'Impiccione

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